Perché si effettuano ricerche online

“Si può vivere senza effettuare ricerche online?”

Un team di ricercatori della società Flamingo International (in collaborazione con Google) ha tentato di rispondere a questa domanda attraverso un’indagine di tipo qualitativo, ossia con domande volte ad alcuni intervistati al fine di rilevare le loro abitudini quando effettuano ricerche in rete, le motivazioni sottostanti i loro comportamenti e le sensazioni provate nel compiere questa attività.

Ad alcuni intervistati, inoltre, è stato chiesto di tenere un diario aggiornato, indicando il proprio comportamento di ricerca online durante l’intero arco della giornata. Ad altri intervistati, invece, è stato chiesto di astenersi per tre giorni dal realizzare ricerche online.

Obiettivo finale di questa indagine etnografica era quello di comprendere le motivazioni che inducono le persone ad effettuare quotidianamente delle ricerche online, in modo tale che le aziende possano comprendere i comportamenti e le abitudini del proprio pubblico e soddisfarne così lo specifico bisogno informativo emerso in quello specifico momento. Di solito, infatti, si reperiscono informazioni sull’analisi delle query realizzate attraverso i motori di ricerca relative a metriche e a dati, tralasciando la componente più “umana”, ossia i motivi che spingono ad effettuare la ricerca in rete. In altre parole, si possono ottenere informazioni su quali keywords siano state digitate per la ricerca, in quale luogo e quando sia stata effettuata la ricerca, ma non si riesce a conoscere il bisogno primario che ha indotto gli utenti ad interrogare gli stessi motori di ricerca.

I 6 bisogni umani fondamentali

Da questa indagine, invece, è emerso come le persone effettuino ricerche online per diversi motivi, riconducibili a 6 archetipi, ossia a tipologie che individuano 6 bisogni umani fondamentali:

  • la volontà di “fare”: in questo caso le ricerche vengono effettuate per poter utilizzare le informazioni, per fare qualcosa. Questa è la base funzionale della ricerca. Ad esempio, cercare il negozio più vicino; cercare un tutorial per realizzare manualmente qualche cosa; cercare una ricetta di cucina, ecc…
  • la necessità di capire: le ricerche sono indotte dal desiderio di reperire informazioni su una specifica tematica, per approfondire le proprie conoscenze, ma senza la finalità di compiere un’azione. Esempio: cercare notizie su personaggi storici; cercare di capire quali siano i sintomi di una malattia; cercare come funziona un oggetto, ecc.
  • il senso di appartenenza: si ha quando la ricerca è stata effettuata per colmare il bisogno di connettersi e socializzare con altri. Per esempio, per cercare online di entrare in contatto con i vecchi compagni di scuola, con vecchi amici e così via.
  • la realtà aumentata: si effettuano ricerche online per arricchire con ulteriori contenuti ciò che si sta vivendo offline esattamente in quel momento; solitamente, si tratta di una ricerca realizzata attraverso un dispositivo mobile (smartphone o tablet). Ad esempio: cercare ulteriori informazioni su un prodotto mentre si è in un negozio; guardare i trailers dei film, mentre si assiste alla premiazione degli Oscar, ecc…
Un esempio di ricerca online per arricchire di contenuti l’esperienza offline
  • la crescita personale: le ricerche sono volte a soddisfare le necessità per arricchirsi ad un livello più personale. Si tratta di un processo che porta un “utile emotivo” nel lungo periodo. Ad esempio: cercare degli stili di vita per vivere in modo più sano, adottando una dieta migliore, praticando sport, o per far fronte allo stress, ecc.
  • la scoperta del proprio io: si interroga il web per sviluppare e rafforzare il senso della propria identità. Questa è una motivazione potente, che coinvolge nel profondo le proprie emozioni, anche se è una motivazione astratta e di cui si è spesso inconsapevoli. Ad esempio: cercare informazioni sulla vita di persone influenti, che sono percepite come modelli a cui ispirarsi, risulta essere motivante, un incentivo a migliorare se stessi avendo loro come modello a cui ispirarsi.

Dai motivi che ci inducono a effettuate le query, si deduce il ruolo strategico che la ricerca online ha nella vita quotidiana di ognuno di noi. Le motivazioni spaziano dalla più semplice raccolta di informazioni fino all’elaborazione e all’applicazione delle stesse alla nostra vita quotidiana.

Ciò significa che la ricerca può avere un aspetto puramente funzionale, che risponde alla necessità primaria di risolvere un problema, ma può essere anche in grado di trasformarci, quando elaboriamo le informazioni attraverso i nostri schemi mentali, quando rendiamo rilevanti le informazioni apprese online per la nostra vita, ossia, quando utilizziamo queste conoscenze per aiutarci a comprendere il mondo intorno a noi e dentro di noi, il nostro mondo interiore.

Come un’impresa potrebbe usare queste informazioni

Oggigiorno molti esperti di marketing focalizzano l’attenzione solo sull’aspetto funzionale che induce ad effettuare una ricerca, agevolando le persone a trovare velocemente le informazioni e a “convertirle” in azione, sia che si tratti di un prodotto da acquistare, oppure di un luogo da visitare, o ancora di un numero da chiamare. Certamente la maggior parte delle ricerche hanno questo obiettivo, ma si tralascia però insoddisfatto il bisogno di chi cerca una risposta ad una domanda più personale, che riguarda le proprie curiosità o i propri interessi.

La chiave di volta per le aziende è quella di pensare in modo più strategico al ruolo che la ricerca può avere, proponendo anche contenuti che possano soddisfare questi bisogni latenti, proponendo, ad esempio, video tutorial di ricette, se si vendono di elettrodomestici da cucina, in modo tale da aiutare le persone a migliorarsi nell’arte culinaria.

È facile venire attratti dagli aspetti più tecnici e performanti della ricerca, come algoritmi, clic e conversioni, ma occorre ricordare che, in ultima analisi, la ricerca è effettuata dalle persone: le imprese dovrebbero quindi soddisfare in primis la necessità dei loro pubblici di riferimento di reperire informazioni che poi trasformeranno in conoscenza, ma dovrebbero deliziarli soddisfando desideri latenti o inespressi e aiutali a vivere meglio.

Questo ci riporta alla domanda originaria: quindi si può vivere senza effettuare ricerche in rete per tre giorni?

Risposta è: assolutamente sì, si può vivere, ma … perché lo si dovrebbe fare?

E come ha riferito un intervistato:

“Mi sembra che la ricerca sia diventata come l’acqua o l’aria. È qualcosa di cui le persone hanno bisogno, senza la quale non possono sopravvivere, ma di solito la danno per scontata o non capiscono quanto sia importante, finché non ne vengono privati.”

Provare per credere.

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