Il sentiero di Path

Caro Path,
tenendomi per l’app, mi hai indicato il sentiero: mi hai accompagnato nel percorso verso un altro social network.

Ti presenti con una P bianca su sfondo rosso, così simile ad un tuo parente prossimo, Pinterest, dal quale ti differenzi, però, formalmente e sostanzialmente. Formalmente, in quanto l’icona dell’altro è tonda, mentre la tua è più squadrata, sebbene con angoli smussati.

Sostanzialmente, invece, hai una personalità più ricca, specie per i contenuti condivisibili. Oltre alle foto, permetti anche di diffondere nel web (ma ad una cerchia di amici più cari) elementi quali:

  • luoghi
  • musica (ma anche film e libri)
  • pensieri
  • stati di veglia e sonno.

Hai un tocco snob che non guasta: la tua essenza, infatti, è circoscritta ad un’app per smartphone. Mediante PC permetti solo di modificare la foto del profilo e la cover, oltre che le relative informazioni. Il resto è affidato ad un segno “+” posto in un angolo e che inviti a cliccare, dischiudendo così il tuo scrigno per la condivisione.

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Una condivisione comunque contenuta. Non mi dispiace infatti questa tua filosofia di vita, che si basa su relazioni più intime e profonde rispetto a quella di Facebook: suggerisci infatti di creare dei legami solo con gli amici più veri.

E io ti ho ascoltato: ho mandato inizialmente un invito solo agli amici che conosco meglio, allargando via via sempre più la cerchia, includendo anche semplici conoscenti …
Nulla! Il mio appello è praticamente caduto nel vuoto. Sei talmente selettivo, da essere usato veramente da una cerchia molto ristretta di utenti, o, per lo meno, da questa cerchia sono esclusi i miei amici.

Però sono riuscita a conoscerti e sono rimasta con te per ben 3 settimane.

Mi hai fatto divertire grazie alla possibilità di scambiare messaggi vocali, che ti sollevano dallo strenue lavoro della digitazione, con annessi e connessi refusi e fraintendimenti dovuti alla fretta nel digitare le parole. … Mi immagino però come potrebbe risultare imbarazzante, dover ascoltare i messaggi vocali non avendo a disposizione gli auricolari: non si può mai sapere quale linguaggio verrà utilizzato dagli amici o quali siano gli argomenti trattati.

Una cosa di te mi è piaciuta in particolare: la possibilità di postare gli stati di veglia e di sonno, ai quali associavi spontaneamente dei tuoi commenti … unici. Un po’ in inglese e un po’ in italiano, in un mix equilibrato, hai indicato frasi alquanto stravaganti come “big spoon or little spoon?”, o “più strabuzzo gli occhi e più ci vedo”, “post late-night snack slumber” …
Caro Path, sorvolo sulla tua capacità nell’infondermi una generosa dose di preoccupazione informandomi che “sotto il letto c’è l’uomo nero” (non chiedetemi nulla, ma mandate una mail con richiesta di informazioni a Path: è lui che ha mandato questo messaggio 🙂 ); passi pure il suggerimento giunto alle 7.23 di un sabato mattina di mettermi a sfornare ciambelle (anche se per me non c’è vita a quell’ora, soprattutto prima del caffè), ma i capelli proprio no!!! Non mi puoi dire “giornata negativa per i capelli” quando li ho appena lavati e per di più con un risultato soddisfacente nella piega!
Non ti perdono … Ma soprattutto: non mi piace il tuo essere frequentemente in ritardo, di ore e ore nel consegnarmi i messaggi. Caro Path, siamo in un’epoca di “real time” e gradirei che i messaggi dei miei amici più cari mi venissero recapitati immediatamente, un po’ come fanno i tuoi corrispettivi social.
Per cui … Addio Path! Ti cancello dalla mia vita …

AVete provato ad usare Path? Cosa ne pensate?

P.S. Un grazie di cuore alla persona che con la sua pazienza mi ha dato la possibilità di testare Path 😉

27 maggio 2013 –
Author: Simona Tovaglieri 

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