Brand Storytelling Forum: introduzione

Come trasformare delle teorie in una storia concreta, che può essere definita veramente “storytelling”?
Assumendo il punto di vista del pubblico.

È quello che stato fatto in occasione della seconda edizione del Brand Storytelling Forum #BStory14, che si è tenuto il 14 ottobre a Milano presso lo IULM e organizzato dall’Osservatorio di Storytelling, da MARPI (l’Executive Mater in Relazioni Pubbliche di Impresa diretto dal Prof. Emanuele Invernizzi) e da Anthea Consulting.
In occasione di questo Forum (a cui hanno partecipato sia esperti in storytelling, che professionisti operanti nel management, come Marco Fadda, Gaetano Grizzanti, Michele Tesoro-Tess, Giulio Xhaet e Maurizio Goetz) sono stati svelati quei parametri in grado di trasformare una storia in storytelling, in narrazione potente, gli stessi parametri che devono essere utilizzati anche per valutare l’efficacia di un progetto di Corporate Storytelling.

Andrea Fontana, in particolare, ha parlato dei “diritti inalienabili del lettore”, quei diritti delle persone con le quali il Brand entra in contatto, con le quali vorrebbe comunicare.

6 sono i diritti inalienabili del lettore: si tratta di bisogni che i brand devono soddisfare per poter fare dello storytelling (cit. A. Fontana).

Ma quali sono questi diritti inalienabili del lettore?

Brand Storytelling – Diritto del lettore alla bilocazione

1. diritto alla bilocazione: ogni persona ha diritto a vivere, nello stesso momento, nel mondo reale e contemporaneamente anche all’interno della storia. Il Brand, quindi, deve saper progettare una storia in modo tale da trasportare il lettore dentro questa dimensione.

Brand Storytelling – Diritto del lettore all’Emozione Biografica

2. diritto all’Emozione Biografica: la storia del Brand deve entrare in risonanza con la mia storia; il lettore deve potersi riconoscere, deve condividere gli stessi valori del Brand, deve specchiarsi in questa storia. Pertanto, le storie devono essere accuratamente progettate anche dal un punto di vista emotivo.

Brand Storytelling – Diritto del lettore a perdersi

3. Diritto a perdersi: il lettore deve potersi perdere nella storia, lasciarsi trasportare fino alla fine del racconto, dimenticare se stesso e diventare un tutt’uno con il racconto. Questo avviene soprattutto quando ci si riconosce in essa.

Brand Storytelling – Diritto del lettore a ricordare

4. Diritto di ricordare: il racconto diventa parte della memoria quando entra in risonanza con il lettore; la storia narrata ci è familiare e ce la ricorderemo anche grazie alle emozioni che abbiamo provato e che lasciano un segno indelebile in noi.

Brand Storytelling – Diritto del lettore di credere

5. Diritto di credere: credere in quel pezzetto di realtà che ci emoziona e ci consente di vivere contemporaneamente in due luoghi diversi, sospendere la nostra “incredulità”, le nostre facoltà critiche, per godere appieno della narrazione.

Brand Storytelling – Diritto del lettore di giocare e ricombinare

6. Diritto di giocare e ricombinare: il diritto a giocare e ricombinare le diverse esperienze vissute attraverso lo storytelling; prendere una storia e ricostruirla come più ci piace. E un Brand deve imparare anche a gestire (ma anche prevedere) queste contro-narrazioni che sorgono spontanee.

Questi diritti dei pubblici risultano essere anche gli stessi parametri con i quali misurare il grado di efficacia di una buona narrazione.

Ma occorre considerare anche un altro elemento: la capacità della storia di portare con sé delle trasformazioni: lo storytelling ha anche ripercussioni fisiche, cambia in qualche modo le persone che hanno vissuto la narrazione. Occorre pertanto progettare in dettaglio anche il cambiamento che vogliamo apportare con la nostra narrazione.

Cos’è quindi il Brand Storytelling?

Si tratta di una pianificazione strategica, che parte dalla definizione di Brand (che non coincide né con il servizio, né con il prodotto) e si basa su design, copy writing, ed esperienza, definendo a priori cosa comunicare, quali emozioni vivrà il lettore, quali sono i canali più adatti per comunicare e per intercettare il pubblico in ogni singolo momento, al fine di relazionarsi con le persone nel momento in cui stanno utilizzando quello specifico canale.

Fare Storytelling significa quindi creare racconti pianificati strategicamente, per comunicare meglio con i propri pubblici avvalendosi delle emozioni.

Qui di seguito alcuni video narrativi proposti durante questo intervento al Brand Storytelling Forum.

Brand storytelling – case study: Facebook 1914

Brand storytelling – case study: la comunicazione corporate di ROM e il senso di appartenenza nazionale

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